Il balcone della musica
- SancoradaScrivere
- 6 dic 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Le domeniche nel mio paese incominciano lente.
I raggi del sole meno caldo di autunno fanno capolino sulle tegole dei tetti illuminando la brina della notte.
Apro la finestra e respiro l’aria ferma di silenzio e sonno. Le persiane delle case vicine cominciano ad aprirsi e l’odore di caffè invade i vicoletti e le stradine, quasi come se ad un certo punto tutti potessimo uscire a fare colazione insieme.
Da quando vivo in questo luogo ( ed ormai sono molti anni), ogni domenica mattina, puntuale alla stessa ora, da un balcone impreciso che da qui non riesco a scorgere bene, parte la musica.
“Ci sarà” di Albano e Romina, “Il ragazzo della via Gluc” di Celentano, “Anima mia” dei Cugini di campagna.
Penso che lui sia lì, seduto sulla sua poltrona reclinabile, con le finestre completamente aperte a prescindere da qualsiasi condizione atmosferica e con gli occhi chiusi, silenzioso e composto, a dispetto del volume delle sue canzoni e della gente che le ascolterà.
Coraggioso, nel gridare al mondo tutto ciò che la sua bocca e le sue parole non possono dire. Forse soffre di solitudine…la mancanza di un amico…un amore perduto? O forse ha perduto se stesso e non sa come ritrovarsi.
Nel mentre dei brani il tempo passa.
Il giorno è ormai sveglio ed ha già il sapore di quello seguente che verrà.
Lo guardo e penso a me… ai brani che hanno avuto un ruolo importante nella mia vita, o ad alcuni che mi ricordano un momento particolare. Questa mattina, cosi di getto,
Il mio canto libero, Battisti
I’ll cry for you, Europe
Janie don’t take your love to town, Bon Jovi
Tutto quello che un uomo, Sergio Cammariere
E tu? Hai una tua playlist dei ricordi?
Se ti va raccontami la storia della tua canzone.
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